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Grazia MINOTTA

Grazia MINOTTA

Politica

LE RAGIONI DEL VOTO 

di Grazia MINOTTA 13 Maggio 2025
Scritto da Grazia MINOTTA

A meno di un mese dal voto, i referendum dell’8 e 9 giugno non sono argomento di informazione: non c’è alcun approfondimento sui media!

Un blackout che non è casuale. Pensiamo fortemente che sia voluto, un vero e proprio ordine politico. La stampa, le televisioni sono diventati, tutti o quasi tutti, portavoce di una sola parte: quella che vuole che i cittadini restino a casa e stiano zitti. E se qualcuno avesse ancora dei dubbi, ci ha pensato il Presidente del Senato, la seconda carica dello Stato, Ignazio La Russa, a chiarire tutto, suggerendoci di restare a casa e di non andare a votare. Un presidente del Senato che invita a disertare le urne è come un pompiere che appicca incendi, un giudice che suggerisce l’omertà. O peggio: come un nostalgico del Ventennio che non ha ancora capito che siamo nel 2025. 

Parole indegne per il suo ruolo, che ci confermano ancora una volta che la destra al governo ha paura della partecipazione, ha paura del Referendum popolare, ha paura del voto, perché non tollera che i cittadini e le cittadine decidano liberamente, senza deleghe, né intermediari. È paura vera quella dei politici al governo, perché sanno benissimo che se la gente vota e vota Sì, le loro bugie si sgonfiano. 

Invitare all’astensionismo è anche un grosso errore, quasi un autogol per questo governo e per tutta la classe politica, perché i quesiti – sia quelli sui temi del lavoro che sulla cittadinanza – parlano ai bisogni e alle concezioni della società più trasversali di quanto si possa immaginare. Un errore, perché quando una forza politica alimenta l’astensionismo contribuisce a segare il ramo su cui è seduta. 

Votare oggi più che mai significa esercitare un diritto democratico, costituzionale, è un atto di libertà. Il loro disprezzo per la democrazia è il nostro miglior motivo per praticarla.

Ecco allora le ragioni di merito che devono vivere in questo ultimo, decisivo mese di campagna referendaria. Andremo strada per strada, casa per casa, luogo di lavoro per luogo di lavoro, per rimettere al centro le persone e i loro bisogni, un’altra idea di sviluppo e di crescita, perché… non giriamoci intorno: un lavoro povero, un lavoro precario, un lavoro insicuro, la negazione di ogni diritto, non solo genera bassi salari e povertà diffusa, ma anche una cultura chiusa e poco propensa all’innovazione, una scarsa voglia di investire su sé stessi, sui propri saperi, sulla propria crescita. 

La vittoria dei Sì non risolverà tutti i problemi, ma traccerà una rotta nella direzione più giusta. Renderà più forti qualche milione di lavoratori e lavoratrici; più dignitosa la vita di cittadini e cittadine di fatto, ma senza il riconoscimento della cittadinanza; più coeso e giusto il Paese, generando un clima di maggiore fiducia verso il futuro. 

Anche solo per questo abbiamo la grande responsabilità di andare tutti e tutte a votare l’8 e il 9 giugno prossimo. Il cambiamento è nelle nostre mani con il voto.

13 Maggio 2025 0 Commento
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Politica

IL VOTO AL REFERENDUM È LA NOSTRA RIVOLTA SOCIALE

di Grazia MINOTTA 25 Febbraio 2025
Scritto da Grazia MINOTTA

Nella prossima primavera saremo chiamati a votare per porre fine alla precarietà, alle morti sul lavoro, ai licenziamenti ingiusti, per dare cittadinanza a migliaia di italiani. Sarà una stagione di partecipazione che metterà al centro le persone e le loro libertà sul lavoro e nella vita e in cui con determinazione e facendo ricorso al buon senso inviteremo i cittadini a votare 5 volte sì.

Il primo grande obiettivo che ci poniamo è che gli italiani tornino a capire che se vogliono cambiare le cose devono partecipare. 

Credo che sia tempo di rimetterci tutti insieme a parlare di diritti e della dignità del lavoro e della vita dei cittadini. Ci sono troppe cose della politica attuale che non ci convincono, chiediamo direttamente ai cittadini di cambiarle con il proprio voto. Bisogna modificare le leggi che hanno mortificato il mondo del lavoro, che l’hanno martoriato.

Penso alle norme del Jobs Act, ai licenziamenti illegittimi, alla differenziazione tra i nuovi assunti e i vecchi assunti, a tutta la partita legata agli appalti e ai subappalti e al meccanismo che si scatena in violazione di norme e diritti a partire da quelli della sicurezza sul lavoro, per cui registriamo continuamente decessi e infortuni che sono spesso legati al mondo degli appalti al massimo ribasso. Occorre andare a votare per ridare dignità e centralità al lavoro. Non siamo ingenui. Lo sappiamo, portare alle urne 25 milioni di persone non è impresa facile.

Il compito dei cittadini consapevoli sarà quello di coinvolgere più persone possibili con l’obiettivo di parlare a tutti: a chi condivide le nostre battaglie, a chi non ci conosce, a chi ha bisogno di noi. Anche a chi è contrario a ciò che rivendichiamo. Dovremo parlare alle singole persone, coinvolgendole e responsabilizzandole in una campagna che è a difesa della democrazia e della libertà. Ciascuno di noi, con il voto, ha la possibilità di cambiare al meglio il Paese.

Ogni anno muoiono 1000 persone sul lavoro, è venuto il momento di dire BASTA! e di rendere il lavoro più sicuro.

Cancelliamo le leggi che hanno reso le lavoratrici e i lavoratori più poveri e precari.

Rimuoviamo l’ingiustizia che nega il diritto alla cittadinanza a 2milioni e 500mila persone che vivono e lavorano in Italia .Riduciamo da 10 a 5 gli anni di residenza legale in Italia richiesti per poter fare domanda di cittadinanza italiana, che una volta ottenuta sarebbe trasmessa ai figli e alle figlie minorenni. 

Dobbiamo raggiungere il quorum: chi oggi di fronte a uno strumento referendario sancito dalla nostra costituzione dà l’indicazione di non andare a votare, è contro la democrazia e contro qualsiasi idea di partecipazione libera delle persone. 

Una persona non è libera se è precaria, se non arriva alla fine del mese, se muore sul lavoro, se in base alle sue espressioni, al colore della pelle, all’orientamento sessuale, al genere può essere discriminata. 

Per tutti questi motivi, la CGIL sta provando a mettere in campo azioni per riconquistare la cultura della libertà fondata sulla solidarietà tra le persone. I diritti non ce li ha mai regalati nessuno, abbiamo tutti assieme la responsabilità di difenderli per il futuro del nostro Paese.

25 Febbraio 2025 0 Commento
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"Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese"

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"Ogni società umana deve giustificare le sue diseguaglianze"

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