FINE VITA E LAICITA’: BREVI APPUNTI SULL’IPOCRISIA STATO

di Matteo FALLICA

l 17 maggio, Daniele Pieroni, scrittore toscano con una grave forma di Parkinson, ha scelto consapevolmente il suicidio medicalmente assistito. La Toscana, infatti, è l’unica Regione ad aver approvato, nel febbraio 2025, una legge sul fine vita, in linea con la sentenza n. 242/2019 della Corte costituzionale (“Sentenza Cappato”), dopo il respingimento di un ricorso da parte del Collegio di garanzia statutaria. Ma la Toscana prova ad andare oltre. 

Infatti è notizia di qualche giorno fa quella di una donna di 55 anni, completamente paralizzata a causa della sclerosi multipla, che ha ottenuto l’autorizzazione al suicidio assistito dall’ASL toscana, ma non potendo autosomministrarsi il farmaco, ha chiesto che sia un medico a iniettarlo. Ma, l’”eutanasia attiva” non è legale in Italia, per questo è stata sollevata una questione di legittimità costituzionale, su cui la Corte si esprimerà il prossimo 8 luglio. Anche Marche, Friuli Venezia Giulia ed Emilia-Romagna hanno tentato di regolamentare il suicidio assistito, ma il governo ha bloccato ogni iniziativa.

Ecco, l’ipocrisia di Stato è servita: da un lato il Governo chiede alla Corte di bocciare le iniziative regionali su questo tema (a maggio scorso ha dato mandato all’Avvocatura dello Stato per fare ricorso contro la legge toscana), dall’altro è promotore della incoerente riforma sull’autonomia differenziata, che prevede il trasferimento alle Regioni di competenze in ambiti come sanità, istruzione e ambiente. Questa paradossale e contraddittoria “autonomia” è a geometria variabile: invocata quando si parla di fondi e infrastrutture, repressa quando le Regioni cercano di esercitarla per tutelare i diritti civili.

Comprendere appieno e discutere democraticamente un tema come l’“eutanasia legale” richiede una coscienza di Stato davvero laica, come previsto dalla Costituzione. Ma cos’è la laicità? È la capacità di distinguere tra ciò che è peccato e ciò che è reato. Dovrebbe essere chiaro. Eppure, in Italia, soprattutto sui diritti civili, c’è sempre l’ombra di una visione confessionale o, diciamolo con franchezza, la paura di scontentare l’elettorato conservatore.  Un esempio è la legge 194 sull’aborto: formalmente in vigore, ma spesso svuotata da obiezioni di coscienza e mancanza di risorse. La laicità, in Italia, resta una promessa incompresa e tradita.

Personalmente, ho sempre creduto che i diritti civili siano il fondamento di una società davvero libera e giusta. Nel 2021 ho avuto l’onore di essere “referente regionale” per il Molise nella raccolta firme per il referendum sull’eutanasia legale, al fianco di Marco Cappato, partecipando sia agli incontri pubblici sia al deposito in Cassazione di oltre un milione e duecentomila firme. Fu un gesto collettivo di speranza e partecipazione democratica, spento però dalla decisione della Corte Costituzionale, allora presieduta da Giuliano Amato, che dichiarò il quesito “inammissibile”. Vale la pena ricordare che la Consulta è composta per un terzo da giudici nominati dal Parlamento e che, per Costituzione, i referendum possono riguardare solo leggi tributarie, di amnistia, indulto e sui trattati internazionali. Tuttavia, quello sull’eutanasia legale fu dichiarato “inammissibile”. E’ stata un scelta politica travestita da tecnicismo giuridico. Lo ribadisco con fermezza.
E allora, di fronte a questo scenario fatto di ipocrisia e inerzia governativa, resta una domanda scomoda ma inevitabile: quante lune dovranno ricorrersi ancora nel cielo prima che lo Stato comprenda che rispettare la laicità non significa negare la fede, ma garantire a tutti (credenti e non credenti) il diritto all’autodeterminazione? Cioè, libertà di scegliere sul proprio corpo per essere “Liberi fino alla fine”? 

  • Matteo Fallica, classe 1986, è un avvocato del foro di Campobasso e attivista civico del Molise. Nel 2017 ha fondato un comitato civico per la tutela dell'ambiente e dei diritti. Da sempre impegnato politicamente, nel 2021 ha supportato la campagna "Eutanasia Legale" e difeso fermamente la legge 194 sull'aborto. Nel corso del suo impegno civile, ha anche partecipato a una missione umanitaria in Ucraina. Il suo impegno continua a concentrarsi sulla partecipazione civica, la difesa dei diritti e la trasparenza amministrativa.

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