GLI  SCHIAVI

di Matteo FALLICA

Oggi ho parlato con un amico, ha quarant’anni ed è ancora precario. 

A un certo punto ha detto una frase che mi è rimasta impressa: “È lo Stato che deve vergognarsi, non io!” 

La schiavitù non è finita, chiariamolo una volta per tutte. La parola ci spaventa ma dobbiamo dirlo che la schiavitù non è un capitolo chiuso nei libri di storia. È viva, attuale. 

Oggi la schiavitù si è aggiornata: meno catene, più contratti. Meno fruste, più ricatti. Nella antichità lo schiavo aveva la possibilità di riscattarsi. Oggi i nuovi schiavi sono i precari, inter- mittenti, le partite IVA obbligate che non hanno nemmeno quella speranza. 

E i sindacati? Ricattati. 

Protesti? Chiudiamo. 

Scioperi? Delocalizziamo. 

Siamo più schiavi di prima solo che ci illudiamo di essere liberi. Ma è una libertà che ci sta rubando tutto: dignità, sicurezza, futuro. Schiavi col badge, schiavi col mutuo e col curriculum sempre aggiornato. 

La mia è rabbia e dispiacere per la mia generazione che vive nella fatwa del lavoro flessibile, malpagato e senza futuro. 

Il lavoro o è dignitoso o è schiavitù. 

E la schiavitù va  riconosciuta e distrutta. Spero sempre in una sollevazione. Perché questa rabbia merita di diventare forza comune. 

  • Matteo Fallica, classe 1986, è un avvocato del foro di Campobasso e attivista civico del Molise. Nel 2017 ha fondato un comitato civico per la tutela dell'ambiente e dei diritti.

    Da sempre impegnato politicamente, nel 2021 ha supportato la campagna "Eutanasia Legale" e difeso fermamente la legge 194 sull'aborto.

    Nel corso del suo impegno civile, ha anche partecipato a una missione umanitaria in Ucraina.
    Il suo impegno continua a concentrarsi sulla partecipazione civica, la difesa dei diritti e la trasparenza amministrativa.

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