NESSUNO ESCLUSO

di Annamaria DI STASIO

Più volte è stata ribadita l’importanza del voto visto, non soltanto come un dovere ma, come un diritto. Come al solito, mi riferisco a quei soggetti che molto di rado vengono tenuti in considerazione e mai  richiamati all’attenzione in periodo elettorale.  Eppure sono cittadini, anche contribuenti, esattamente come tutti. In questo specifico caso il termine  “diritto” calza a pennello. Il diritto di voto è regolato dall’art. 48 della Costituzione che stabilisce, secondo il principio del suffragio universale, che tutti i cittadini di maggiore età possono esprimere il proprio voto, libero e segreto, senza distinzioni di sesso, in condizioni di universalità e di uguaglianza. Personalmente, non ho mai notato che attraverso i  mass media venga fatto cenno alle modalità di voto delle persone in condizioni di disabilità. Generalmente il voto deve essere espresso direttamente dal cittadino e non può essere delegato. Tuttavia, vi sono categorie di elettori che in cabina hanno bisogno dell’aiuto di una persona di fiducia poiché impossibilitati a votare in autonomia.  Tali soggetti vengono definiti “elettori fisicamente impediti”. A questa categoria appartengono i ciechi, gli amputati delle mani, gli affetti da paralisi e tutti coloro che hanno impedimenti gravi. Ci sono voluti davvero molti anni prima che ci fosse una vera e propria regolamentazione del voto assistito.  Dal 5 Febbraio 2003, grazie alla Legge n.17, un  elettore appartenente alla stessa famiglia del soggetto in difficoltà oppure un altro di sua fiducia può entrare in cabina con lui, purché iscritto nelle liste elettorali di un qualsiasi Comune Italiano. L’impedimento deve essere dimostrato presentando una documentazione sanitaria rilasciata gratuitamente da una struttura pubblica che certifichi l’impossibilità a votare in autonomia.  Al fine di non dover ripetere la procedura ad ogni consultazione elettorale, si può richiedere (dopo aver presentato la suddetta documentazione medica) preventivamente al proprio Ufficio Elettorale che venga apposta direttamente sulla scheda elettorale la sigla AVD (Diritto Voto Assistito) che rappresenta una annotazione permanente. In questo modo, al seggio elettorale non occorre portare alcuna documentazione sanitaria ed il presidente di seggio deve solamente controllare che l’accompagnatore sia ben conosciuto e scelto dal disabile e che sia iscritto nelle liste elettorali di un qualsiasi Comune Italiano. Per gli elettori con handicap solo mentali (compresa la Sindrome di Down) non è previsto l’accompagnatore in cabina , nemmeno se fosse un familiare. Gli elettori con handicap motori, qualora il seggio non fosse loro accessibile, possono richiedere di votare in un altro seggio dello stesso Comune che non abbia barriere architettoniche e che venga allestita una cabina accessibile. Il Comune, inoltre, deve garantire che tutti siano in condizioni di raggiungere in proprio seggio elettorale. Desidero ancora porre  l’attenzione su questi soggetti affinché non vengano in alcun modo esclusi dalla res pubblica e dalla  cittadinanza attiva. Faccio appello anche alle famiglie che hanno in casa queste persone oggetto, alle volte, di poca attenzione semplicemente perché bisognose di un piccolo aiuto non essendo del tutto  autonome.

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