LEONI  DA  TASTIERA 

di REDAZIONE

Il famoso social network Facebook compie 20 anni. Lo scopo iniziale di questo social era di trovare amici. L’idea era bella, soprattutto per chi non riusciva a socializzare nella vita reale. Infatti tramite Facebook, potevi avere a portata di mano tutto il mondo, quindi la scelta era vasta, di sicuro si sarebbe potuto trovare qualcuno affine a noi, con i nostri stessi interessi e modi di ragionare. Ma, aimé, il bel gioco presto svelò i suoi difetti. 

Persone che si spacciavano per santi in realtà erano diavoli. Ti chiedevano l’amicizia e tu accettavi,  contento di aver trovato un nuovo amico con cui poter chiacchierare online, tramite la chat di facebook. E i discorsi iniziali erano tutte belle parole. Ma poi ben presto si passava ai fatti. Ossia ti chiedevano se avevi Skype e tu, che all’epoca a malapena conoscevi cosa fosse una videochiamata, chiedevi al nuovo amico perché dovessimo usarlo, visto che era così pratica la chat e in un certo senso pure anonima. Ed ecco che usciva fuori la sorpresa. Tramite Skype ci si poteva vedere e oltre alle chiacchiere si poteva fare anche altro. E a fare di queste proposte molte volte erano proprio persone che nella vita reale facevano i santi e tu allora rimanevi scioccato ma soprattutto deluso, perché pensavi di aver trovato un amico invece era il solito pervertito che evitavi nella vita reale e che ora te lo ritrovavi online. E come c’era il santo zozzone, così c’era pure il fanatico religioso. Se ti permettevi di fare un discorso sulla religione, che fosse pro o contro, ecco che arrivava l’estremista religioso che si infervorava contro di te e ti bloccava pure. Per fortuna la polizia postale leggeva le cavolate che scriveva il fanatico e bloccava lui invece che te, vittima innocente di un esaltato. Col tempo, dai vari pervertiti e fanatici religiosi, si è passati all’utente facebookiano “so tutto io”. E con quelli lì la polizia postale si è arresa, non ce l’ha fatta più a bloccarli, erano troppi.

Ed è così che adesso ci ritroviamo a commentare foto postate in uno dei tanti gruppi in cui ci siamo iscritti, a volte anche a nostra insaputa, in cui cerchi di difendere il tuo commento fino all’estremo delle forze, rubando anche da Wikipedia le informazioni utili per avvalorare la tua tesi, ma niente da fare, vincono sempre loro. E se postano una foto e tu commenti dicendo che è cima di rapa selvatica e che la raccogli da tanti anni, ti assalgono dicendo che si chiama “sinape” e non puoi chiamarla cima di rapa sennò ti accoltellano. A quel punto non gli fai neanche più leggere le nozioni apprese da Wikipedia, in cui è scritto che la sinape fa parte della famiglia delle cime di rapa, perché hai paura di ritrovarteli davanti casa col coltello in mano. Questo è Facebook. 

Non si sa mai chi ha ragione e chi ha torto. Perché ormai è tutto un optional, come mettere l’acca davanti alla a o l’accento sulla e. Al punto che vorresti tornare alle scuole elementari per chiedere alla maestra quale è la formula corretta, perché ormai ti si è instillato nel cervello il dubbio, si scrive ha o a, è o e?  Bho, chi lo sa più.

Autore

Potrebbe piacerti anche

Lascia un commento

* Utilizzando questo modulo accetti la memorizzazione e la gestione dei tuoi dati da parte di questo sito web.

?>