L’INUTILITÀ DELLA GUERRA E DEI GUERRAFONDAI

di Michele BLANCO

Putin vuole ottenere che l’Ucraina resti fuori dalla Nato, probabilmente questa era la vera ragione della guerra, e nessuna restituzione dei territori occupati dai russi, oltretutto abitati da popolazioni che si sentono russe.

Dopo un milione di morti e distruzioni epocali Trump vuole sospendere gli aiuti all’Ucraina e recuperare qualcosina, di soldi così ragiona, con le terre rare.

I popoli europei da anni chiedono la fine del conflitto in Ucraina e ristabilire l’essenziale legame con la Russia, che aveva portato ad esempio ad avere gas a basso costo.

Ora sembra che stanno trattando direttamente Trump e Putin che brutta figura per tutti i guerrafondai “leader” europei. Davvero uno smacco epocale.

Dopo centinaia di migliaia di morti, dopo miliardi gettati al vento in inutili e dannose armi, dopo anni di becera propaganda bellica, a Washington è cambiato il padrone e nel vecchio continente i servi atlantisti hanno smesso di colpo di abbaiare.

Fino a ieri ringhiavano di cambi di mentalità e riarmo per difendersi dal pericolo russo, che oggettivamente non esiste.

Gli Stati Uniti spendono cifre folli in armi ed esercito eppure quella in Ucraina è solo l’ultima sconfitta di una serie infinita che parte dal Vietnam per passare dall’Afghanistan.

Triliardi buttati per ottenere in cambio solo arricchimento per le multinazionali e i supericchi mentre milioni cittadini statunitensi in questi giorni non riescono più a comprare nemmeno le uova per fare colazione.

Ora Trump vuole sganciare il guinzaglio ai barboncini continentali in modo che se la sbrighino da soli.

Da affarista e narcisista, Trump ama le guerre commerciali che combatte da solo.

Devono poi avergli fatto capire che l’unico vero rivale degli Stati Uniti è la Cina.

Meglio così.

Ma la clamorosa resa in Ucraina e l’esclusione europea dal tavolo, sarebbe roba da dimissioni in massa di tutti i politici europei guerrafondai da divano.

Politicanti, tecnocrati ma anche giornalisti o presunti tali che da anni buttano benzina sul fuoco ucraino negando la drammatica realtà in trincea e trascinando l’Europa in dinamiche belliche da secolo scorso e dal rischio addirittura nucleare.

Una grandissima vergogna.

A Bruxelles come in quasi tutte le capitali europee.

Dovrebbero dare dimissioni di massa per fare spazio a nuove classi dirigenti davvero europee democratiche e coerenti con le ragioni fondative del progetto continentale a partire dalla ricerca costante della pace.

Classi dirigenti che abbiano l’umiltà di guardare una mappa e capire che quella con la Russia è una alleanza strategica imprescindibile e che va ripristinata immediatamente per il bene comune. Classi dirigenti che invece di fare le servette di Washington o i tifosi di Mosca, ritrovino un orgoglio europeo per il bene dei popoli.

Il nostro futuro non deve essere né l’oligarchia turbocapitalista americana né quella dispotica russa né tantomeno quella comunista-mercantile cinese.

L’Europa deve orgogliosamente portare avanti un suo modello fondato sulla democrazia partecipativa, sullo stato sociale di qualità e sulla pace. Un modello in cui non comandano i ricchi e le lobby e nemmeno dittatori di cartone e partiti unici, ma i cittadini. Un modello che garantisca un equilibrio intelligente tra economia e politica, tra mercato e società, tra sviluppo e giustizia sociale. L’Europa non deve imitare, ma riprendere il suo cammino evolutivo. La leadership globale di domani non si baserà su grafici economici e sulle armi, ma sulla qualità della vita garantita ai cittadini e sull’intelligenza del proprio sistema, sulla sua sensibilità e sostenibilità.

Già la disfatta ucraina e l’umiliazione europea, o meglio dei politici europei, sono una grande occasione per stroncare la deriva bellica continentale e cambiare per sempre. Basterebbe un informazione non servile e manipolata per iniziare.

  • Michele BLANCO. Dottore di ricerca in “Diritti dell’uomo e Diritti fondamentali. Teorie, etiche e simboliche della cittadinanza” presso la facoltà di Giurisprudenza della Seconda Università di Napoli. Tra i suoi saggi più rilevanti si ricordano: “La vera ragione dei diritti umani e la democrazia partecipativa come premessa al reciproco riconoscimento tra i popoli” (2006), “Democrazia deliberativa ed opinione pubblica emancipata” (2008), “Cosmopolitismo e diritti fondamentali” (2008), “Diritti e diseguaglianze. La crisi dello stato nazionale e al contempo dello stato sociale” (2017), “Nota critica a Thomas Piketty, Capitale e ideologia” (2021) “Nota critica a Katharina Pistor , Il codice del capitale. Come il diritto crea ricchezza e disuguaglianza” (2021). “Recensione critica a Thomas Piketty, Una breve storia dell’uguaglianza” (2021). "La politica post-democratica caratterizza, sempre più, il mondo attuale" (2024). "Introduzione al percorso intellettuale di Jürgen Habermas Habermas sociologo o filosofo? Certamente un intellettuale volto alla ricerca costante dell’emancipazione della persona umana", Lanciano, Carabba (2024).

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