L’IMPORTANZA DEI 5 REFERENDUM

di Michele BLANCO

I cittadini italiani possono esprimersi l’8 e 9 giugno per 5 referendum che riguardano il ripristino di diritti sacrosanti negati da leggi, volute principalmente da Confindustria, da abolire, attraverso la vittoria del “Si”. Questi referendum sono, indirettamente, anche la negazione della scelte di spendere inutilmente i soldi pubblici in riarmo, perché se vince il “Si” diventa chiaro che il popolo italiano è favorevole alle spese per assistenza sanitaria, per avere più ospedali e per le spese sociali e istruzione.

I soliti noti vogliono che questi referendum falliscano e non si raggiunga il quorum.

Noi tutti finalmente abbiamo una grande possibilità di mettere fine a scelte politiche belliciste in modo indiretto, oltre ad ottenere il ripristino dei nostri diritti sociali e democratici fondamentali.

Non perdiamo questa grandissima occasione perché se non si raggiunge il quorum potrebbe essere l’ultima possibilità per evitare il peggio.

Se i salari e gli stipendi in Italia sono tra i più bassi in Europa è principalmente perché Italia nel 1985 si tenne il 9 e 10 giugno il referendum che riguardava la disciplina normativa che, nel corso del 1984, aveva disposto il taglio della scala mobile, segnatamente il taglio di 3 punti di contingenza. In quella occasione purtroppo vinse il no, come conseguenza indiretta si ebbe negli anni successivi la completa abrogazione della scala mobile, nel 1990:

Confindustria dà formale disdetta all’accordo interconfederale istitutivo della scala mobile, che poi verrà confermata l’anno successivo.

1992:

La scala mobile viene definitivamente soppressa con la firma del protocollo triangolare di intesa tra il governo Amato e le parti sociali.

In sintesi, l’abolizione della scala mobile è stata un processo graduale, iniziato con tagli al suo funzionamento e concluso con la sua definitiva soppressione nel 1992, questo perché al referendum del 1985 vinse il no. Sono passati anni e con la globalizzazione dei commerci e dei mercati, anche di quello del lavoro, amplificata dalle nuove tecnologie ha determinato la destrutturazione degli assetti economici, sociali e politici che caratterizzavano il mondo industrialmente avanzato, in particolare il nostro sistema-Paese che ha portato all’aumentare delle disuguaglianze inimmaginabile quando al referendum del 1985 vinse il no.

Quindi ricordiamo bene che Chi è contro i referendum? I ricchi e tutti i loro servi.

Andiamo a votare l’8 e il 9 giugno, difendiamo i diritti di tutti!

  • Michele BLANCO. Dottore di ricerca in “Diritti dell’uomo e Diritti fondamentali. Teorie, etiche e simboliche della cittadinanza” presso la facoltà di Giurisprudenza della Seconda Università di Napoli. Tra i suoi saggi più rilevanti si ricordano: “La vera ragione dei diritti umani e la democrazia partecipativa come premessa al reciproco riconoscimento tra i popoli” (2006), “Democrazia deliberativa ed opinione pubblica emancipata” (2008), “Cosmopolitismo e diritti fondamentali” (2008), “Diritti e diseguaglianze. La crisi dello stato nazionale e al contempo dello stato sociale” (2017), “Nota critica a Thomas Piketty, Capitale e ideologia” (2021) “Nota critica a Katharina Pistor , Il codice del capitale. Come il diritto crea ricchezza e disuguaglianza” (2021). “Recensione critica a Thomas Piketty, Una breve storia dell’uguaglianza” (2021). "La politica post-democratica caratterizza, sempre più, il mondo attuale" (2024). "Introduzione al percorso intellettuale di Jürgen Habermas Habermas sociologo o filosofo? Certamente un intellettuale volto alla ricerca costante dell’emancipazione della persona umana", Lanciano, Carabba (2024).

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