DRAGHI IL MAGGIORDOMO DI GOLDMAN & SACHS

di Michele BLANCO

Mario Draghi il nemico del popolo non deve presiedere la prossima Commissione europea.

Basti ricordare: “Mario Draghi? Impossibile immaginarlo a Palazzo Chigi. È un vile affarista che venderà l’economia italiana”. Lo ha detto l’ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga durante la trasmissione Unomattina.(il 24 gennaio 2008, ANSA).

Rimarcando ancora quando si proponeva Draghi come presidente del consiglio: Sembra che Mario Draghi, già socio della Goldman & Sachs, nota grande banca d’affari americana, oggi Governatore della Banca d’Italia, sia il vero candidato alla presidenza del Consiglio di un «governo istituzionale». E così avrà modo di svendere, come ha già fatto quando era direttore generale del Tesoro, quel che resta dell’industria pubblica a qualche cliente della sua antica banca d’affari”. Lo afferma, in un comunicato, il senatore a vita Francesco Cossiga. (ANSA). Infatti il 2 giugno 1992, Mario Draghi, allora direttore generale del Tesoro saliva a bordo del Britannia (la nave dei reali d’Inghilterra) per annunciare al mondo che l’Italia era pronta a [s]vendere il suo patrimonio grandissimo e di valore assoluto di industrie di Stato. Fu fautore di una visione neoliberista, che prevede una estrema libertà di movimento dei capitali ed una finanziarizzazione dell’economia. Tutto questo ha determinato, inevitabilmente, non una distribuzione della ricchezza ma la sua concentrazione, in sempre più, poche mani.

In Italia con l’applicazione delle politiche neoliberiste il debito pubblico che agli inizi degli anni 80 era del 58% del Pil, schizzò agli inizi degli anni 90 al 120% del Pil. Convenzionalmente si ritiene che un debito pubblico del 60% è accettabile mentre debiti superiori devono portare a scelte di rientro.

Quindi, il grande debito pubblico venne generato da queste inadeguate scelte. Per rientrare dal debito, negli anni 90 si decise di dover dismettere, in verità regalare, i beni pubblici, banche, industrie ed infrastrutture. Quindi, bisogna sempre ricordarlo, uno dei principali artefici delle privatizzazioni dei beni pubblici italiani fu Mario Draghi, espressione di interessi dei grandi gruppi finanziari. Nonostante dette dismissioni, o regali ai ricchi privati, il debito pubblico è sempre più cresciuto.

Lo stesso Draghi, anni dopo, a capo della BCE ha favorito una compressione dei salari e tagli enormi dello stato sociale con precarizzazione del lavoro per avvantaggiare sempre, e solo, i grandi gruppi finanziari. Draghi in tutta la sua vita è stato sempre e solo espressione degli interessi del grande capitale. Basti ricordare il trattamento della Grecia che fu completamente privata di qualsiasi autonomia gestionale in economia, per dover soddisfare gli interessi delle banche tedesche, riducendo alla miseria e alla fame quel popolo ed alla svendita di quasi tutti i suoi beni.

Per la inutile guerra ucraina sono stanziati centinaia di miliardi di euro ma nemmeno un centesimo per il popolo Greco. Come avvenne dopo la crisi finanziaria del 2008, il sistema bancario fu salvato con denaro pubblico e questo debito fu riversato sul debito pubblico che noi tutti paghiamo.

Draghi è l’espressione di questo mondo e la sua figura a capo dell’Europa determinerà la fine di un sogno nato con il Manifesto di Ventotene. È giunto il momento di giudicare Mario Draghi e i “draghiani” come Carlo Calenda, Enrico Letta e molti altri. Draghi aveva fatto promesse agli italiani in cambio del sostegno per sconfiggere la Russia con l’invio di armi. Si era schierato contro una soluzione diplomatica. Aveva previsto la sconfitta della Russia in poco tempo, ma ha ottenuto solo che con le sanzioni alla Russia abbiamo avuto un generale aumento dei prezzi che non si vedeva dagli anni Settanta del secolo scorso. Ha favorito le grandi compagnie statunitensi che ci hanno venduto il gas a prezzi incredibilmente esagerati.

Draghi si adopererà, come sempre ha fatto, solo per difendere gli interessi di chi detiene già enormi ricchezze. Egli non farà altro che favorire le politiche di riarmo e sarà per la guerra se servirà ad arricchire i soliti ricchi. Inoltre, come sempre ha fatto, favorirà il taglio delle spese sociali e non permetterà una giusta e inderogabile distribuzione della ricchezza. Riepilogando bisogna assolutamente evitare una macelleria sociale che con la candidatura del “privatizzatore seriale” ci stanno preparando. Per fare questo vorrei ricordare a tutti che il vostro voto alle prossime elezioni europee è determinante!

Autore

  • Michele BLANCO

    Michele BLANCO. Dottore di ricerca in “Diritti dell’uomo e Diritti fondamentali. Teorie, etiche e simboliche della cittadinanza” presso la facoltà di Giurisprudenza della Seconda Università di Napoli. Tra i suoi saggi più rilevanti si ricordano: “La vera ragione dei diritti umani e la democrazia partecipativa come premessa al reciproco riconoscimento tra i popoli” (2006), “Democrazia deliberativa ed opinione pubblica emancipata” (2008), “Cosmopolitismo e diritti fondamentali” (2008), “Diritti e diseguaglianze. La crisi dello stato nazionale e al contempo dello stato sociale” (2017), “Nota critica a Thomas Piketty, Capitale e ideologia” (2021) “Nota critica a Katharina Pistor , Il codice del capitale. Come il diritto crea ricchezza e disuguaglianza”, 2021. “Recensione critica a Thomas Piketty, Una breve storia dell’uguaglianza”  2021.

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