UN’ISOLA  CHIAMATA  “DONNA’’

di Annamaria DI STASIO

Abortista o non abortista? Equivale a dire: fumatore o non fumatore? No, non è così semplice! Nessuna mai si reca ad interrompere una gravidanza saltellando felice e soddisfatta. 

Ma la legge non si tocca perché è l’unico strumento di tutela che ha una donna quando è in difficoltà sia economica, sia psicologica, sia di salute e molto altro. È disumano che una donna, già in situazione di necessità, debba subire la violenza psicologica del battito fetale o stare ad ascoltare i discorsi di convincimento di persone (neanche professionisti, almeno lo fossero!) che non conoscono o che pretendono di conoscere le motivazioni di un passo così importante. 

Non è pensabile che i consultori, ritenuti da sempre di supporto per le famiglie, vengano strumentalizzati con l’ingresso di “soggetti di qualificata esperienza nel sostegno alla maternità” e non è pensabile che sia un uomo a prendere iniziative nei riguardi di una legge guadagnata con lotte politiche e di popolo, grazie alla quale le donne hanno ottenuto la tutela anche dal punto di vista sanitario. 

Le donne vanno rispettate così come le loro decisioni. Alle volte, le gravidanze sono conseguenza di violenze subite che giungono a stravolgere la vita e la psiche di una donna…. 

A nulla sono serviti, in molti casi, gli esami di diagnosi prenatale che, invece di aiutare una donna a scegliere il proprio futuro, sono risultati una condanna alla sofferenza. La decisione è singola; può essere supportata, ma resta singola ed appartiene alla donna. Tutto ciò che non viene da lei richiesto è vessazione. 

Nessuno deve dimenticare che la legge 194 consente l’ IVG e non obbliga a richiederla, soprattutto i benpensanti. 

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