Molti ricordano che nel 2020, quando era candidata alle primarie democratiche e nel paese si parlava molto della violenza della polizia, alcune scelte e posizioni assunte in quel periodo dalla Harris non sembrarono progressiste, infatti molti la definirono una “poliziotta”. Anni prima da procuratrice distrettuale di San Francisco si era vantata di aver portato in tre anni la percentuale di condanne dal 53 per cento al 67 per cento, il dato più alto del decennio.
Inoltre, si era schierata a favore di una legge che prevedeva l’incarcerazione dei genitori se i figli saltavano abitualmente la scuola. Come procuratrice generale della California si era opposta alla scarcerazione anticipata dei detenuti condannati per crimini non violenti, sostenendo che gli istituti carcerari rischiavano di perdere “un’importante fonte di manodopera”. Allo stesso tempo come procuratrice Harris ha sostenuto tiepidamente le rivendicazioni dei lavoratori, durante la crisi finanziaria ha difeso le persone che rischiavano un pignoramento e ha appoggiato, negli ultimi anni, l’aumento del salario minimo a 15 dollari all’ora.