È tempo di riflessioni dopo la conclusione delle recente tornata elettorale in Molise. Ragionano da Sinistra Italiana del Molise e da Equità Territoriale del Molise sul fatto che “Le destre sempre più eversive si affermano ad ogni latitudine cavalcando con destrezza paure ancestrali, egoismo e razzismo. La cartina europea si imbrunisce nel mentre Trump è pronto a riprendersi l’America”
Politica
Un’analisi accurata del voto dei molisani alle regionali appena concluse richiederebbe la conoscenza dei risultati e dei flussi articolati per sesso, età, grado di istruzione, attività svolta, classe sociale, luogo di residenza. Dati stimabili con un’indagine demoscopica che non c’è o, se c’è, non è di dominio pubblico.
Assicurazione, targa, frecce e casco obbligatori per le bici e togliere il superbollo per le auto di grande cilindrata, così pensa il ministro Salvini .
A chi giova tutto ciò?
L’intero processo di integrazione europea è nato per impedire lo scoppio di un’altra Guerra Mondiale,
negando la possibilità che ideologie autoritarie e razziste potessero tornare al potere, ottenendo egemonia
sul sistema statale europeo. L’intero processo è stato progettato per limitare rivalità di potere, dispute
territoriali tra gli stati nazionali.
LA DESTRA SEMBRA VINCERE, MA NON CONVINCE. LA SINISTRA PERDE FINO A QUANDO NON DECIDERÀ DI TORNARE A FARE IL PROPRIO DOVERE
Certo il momento sembra essere favorevole alla destra, ma la cruda realtà riguarda in particolare la
rappresentazione percentuale dei risultati elettorali, delle ultime elezioni amministrative. Bisogna stare attenti
perché al conteggio dei voti realmente espressi, tra le politiche del 2022 e le ultime elezioni regionali e comunali
registriamo che sono scomparsi oltre un milione e mezzo di elettori che a settembre avevano premiato Fratelli
d’Italia, Lega e Forza Italia, queste persone nel 2023 semplicemente non sono andate a votare.
La partecipazione alla vita pubblica è il cardine della nostra forma di governo, la Repubblica, che a sua volta trova il suo fondamento nei valori della carta costituzionale. La “res publica” ovvero la “cosa di tutti” fu la scelta fatta nel 1946 con un referendum dal risultato chiaro: su 25 milioni di votanti il 54% scelse la Repubblica e soli il 46% la Monarchia.
SCONFIGGERE LA DISUGUAGLIANZA ATTRAVERSO UN SISTEMA IMPOSITIVO GIUSTO PROGRESSIVO E DEMOCRATICO, MA L’ITALIA NON È PRONTA
Negli ultimi tre decenni, l’1% della popolazione più ricca nel mondo ha accumulato il doppio delle
ricchezze del restante 99% del resto degli abitanti del nostro pianeta. Per capire come, facciamo un
semplice esempio: Elon Musk [1] ha pagato per anni una aliquota fiscale [2] effettiva del 3% circa,
mentre una piccola commerciante di riso in Uganda
San Tommaso Moro, patrono dei governanti e dei politici, seppe testimoniare fino al martirio la «dignità inalienabile della coscienza». Pur sottoposto a varie forme di pressione psicologica, rifiutò ogni compromesso e senza abbandonare «la costante fedeltà all’autorità e alle istituzioni legittime» che lo distinse, affermò con la sua vita e con la sua morte che «l’uomo non si può separare da Dio, né la politica dalla morale»
Il lavoro viene riconosciuto nell’Italia democratica come il primo principio fondamentale della Repubblica, un diritto personale ma anche un dovere sociale che deve essere garantito e sostenuto dallo Stato.
Il 25 aprile è la Festa della Liberazione della Repubblica Italiana, una festa che ci ricorda la fine dell’occupazione nazifascista e la nascita della Repubblica democratica.
È un giorno di Liberazione, di Pace, di Democrazia, di Diritti e di Eguaglianza.
Questo anniversario assume un significato particolare e tragico in questo momento dove di nuovo in Europa c’è una guerra.
La Resistenza Italiana aspirava alla libertà, alla giustizia e alla pace. Un destino di libertà, sancito dalla Costituzione.
Per la Libertà hanno dato la vita nostri concittadini di Ferentino come il partigiano Don Giuseppe Morosini oppure Ambrogio Pettorini e Giovanni Ballina, questi ultimi vittime dell’eccidio delle Fosse Ardeatine.
In questo scenario va ricordato il fondamentale ruolo delle donne, partigiane combattenti, staffette partigiane.
Viva la Resistenza, viva la Costituzione, viva la Repubblica Italiana!