All’alleanza dei Paesi BRICS si aggiungono Stati, con il suo ruolo nello scacchiere mondiale che sta diventando sempre più importante. Dall’anno 2006, il gruppo dei Paesi Brics raccoglie Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, in riunioni annuali in cui trovano spazio le istanze delle economie, le politiche e varie questioni riguardanti le istanze di questi Paesi. Da gennaio 2024, riscontriamo il primo allargamento in 13 anni, che ha incluso anche a Emirati Arabi Uniti, Iran, Egitto e Arabia Saudita.
Politica
Sin dai tempi della dottrina Monroe gli Stati Uniti vivono le ingerenze delle altre potenze nel continente americano come una minaccia e una presenza inaccettabile.
La dottrina Monroe indica un messaggio ideologico di James Monroe, presidente degli Stati Uniti d’America, contenuto nel discorso sullo stato dell’Unione pronunciato innanzi al Congresso il 2 dicembre 1823, che esprime l’idea della supremazia assoluta degli Stati Uniti nell’intero continente americano. Monroe affermò, senza mezzi termini, in quel discorso che
Siamo primi in disuguaglianza dei redditi in Europa con 10 miliardi sottratti al fisco che volano nei paradisi fiscali.
L’analisi della Cgia basata su uno studio del World Inequality Lab dimostra inequivocabilmente che l’Italia è il quarto Paese in Europa con la distribuzione più disuguale dei redditi. Inoltre nel nostro paese il 10% più ricco, in termini di redditi, intaschi il 37,1% del reddito mentre il 50% percepisca solo il 16,6% del reddito complessivo. Ad alimentare le disuguaglianze tra fasce
La democrazia, intesa come affermazione della libertà e dei diritti, è certamente un valore universale. Ma purtroppo non sono universali, cioè da tutti accettate, anche le sue caratteristiche forme istituzionali e le sue innumerevoli regole di funzionamento. Certamente la democrazia potrebbe essere un sistema politico potenzialmente adattabile a ogni Paese nel
Inesorabilmente in Italia, e nel mondo, aumentano i super ricchi con patrimoni incredibili. Elon Musk ha superare i 400 miliardi di dollari di ricchezza.
Cento milioni, o cifre simili. Non è dato sapere con esattezza quanto riceverà Carlos Tavares, ormai ex amministratore di Stellantis, come buona uscita. La cifra assurda resta riservata.
Il governo Meloni – entrato in carica il 22 ottobre 2022 – mena gran vanto dell’incremento occupazionale post covid-19, attribuendosi il merito di avere conseguito il migliore risaltato di sempre. «Fu vera gloria?»
Occorre distinguere preliminarmente tra “occupati” ed “unità di lavoro” (ULA). Nella definizione statistica di occupato non si tiene conto delle ore lavorate, quindi l’occupato vale uno anche se ha un lavoro a tempo parziale od è in cassa integrazione, parimenti vale sempre uno anche se svolge lavoro straordinario; invece per calcolare le ULA si conteggiano le ore lavorate (in meno od in più) rispetto all’orario contrattuale. Prendendo in esame gli indici dell’andamento trimestrale degli occupati e delle ULA dal primo trimestre 2007 (indice 100) al terzo trimestre 2024, si vede che gli occupati hanno sopravanzato le ULA, specialmente durante la crisi dovuta al covid-19, quando si è fatto massiccio ricorso alla cassa integrazione ed a riduzioni di orario di lavoro (gra. A).

Gra. A – Numeri indice occupati ed ULA dal 1° trimestre 2007 (= 100) al 3° trimestre 2024
Da un punto di vista sociale ed economico è più significativo considerare le ULA, sia perché il tempo di lavoro ridotto è prevalentemente involontario e sia perché tra l’andamento delle ULA e quello del PIL reale (cioè a moneta costante) esiste un accordo molto stretto (gra. B).

Gra. B – Numeri indice PIL reale ed ULA dal 1° trimestre 2007 (= 100) al 3° trimestre 2024
Il PIL ha raggiunto un massimo nel 3° trimestre 2007; è crollato con lo scoppio nel 2008 della bolla finanziaria, causata dai mutui spazzatura USA; dopo un inizio di ripresa nel 2010 è ripiombato in crisi nel 2011 (dimissioni del governo Berlusconi, sostituito dal governo “tecnico” Monti); con il 2013 si è avviata una lenta ripresa, drammaticamente interrotta dal covid-19; al 3° trimestre 2021 si è recuperato il PIL pre-covid; nel 2022 si è avuto un incremento del 4,8%; nel 2023 l’incremento è sceso allo 0,8% e per il 2024 si stima un più 0,5%.
Dal 2008 al 2019, escluso il 2011, le ULA mostrano indici più alti del PIL, il che indica un peggioramento della produttività del lavoro; un miglioramento si è invece registrato nel 2022, mentre dal 2023 la produttività del lavoro è nuovamente regredita. Il valore massimo di 24.655 migliaia di ULA, registrato nel 1° trimestre 2008, è stato finalmente superato nel 4° trimestre del 2023, con 24.684 mila ULA, e nel 3° trimestre 2024 ha raggiunto 24.926 mila ULA. A quali provvedimenti economici si può ascrivere la recente crescita delle ULA, oltre che al fisiologico rimbalzo dopo la pandemia? I provvedimenti macroeconomici paiono due: il superbonus 110%, contenuto nel decreto-legge “Rilancio”, n. 34 del 19 maggio 2020, ed il PNRR, disegnato dal governo Conte II a gennaio 2021, rivisto con modifiche e integrazioni dal governo Draghi e varato il 22 giugno 2021, per un ammontare complessivo di 222 miliardi, poi integrati con altri 3 miliardi dal governo Meloni. Non risultano altri provvedimenti strategici di stimolo al PIL e dunque alle ULA, che al PIL sono fortemente connesse. Se è dunque vero che nel corso del governo Meloni si è raggiunto il numero di unità lavorative più elevato di sempre, tale risultato appare la conseguenza dei provvedimenti macroeconomici emergenziali introdotti dai due governi precedenti.
La variazione delle ULA non ha interessato in maniera omogenea tutti i settori economici. Confrontando le ULA al 3° trimestre 2007, 2022 e 2024, si scopre che la crescita occupazionale durante il governo Meloni è largamente dovuta ai servizi privati; i servizi pubblici e l’industria danno un minore apporto positivo, mentre l’agrisilvicoltura e la pesca regrediscono; preoccupante è il dato che conferma la deindustrializzazione dell’Italia, rispetto al 2007 (gra. C).

Gra. C – Migliaia di ULA al 3° trimestre 2007, 2022 e 2024 per settori economici
Damasco invasa dagli eredi di Al-Qaida gli stessi che mozzavano le teste agli infedeli o li bruciavano vivi oggi sono acclamati come liberatori dalla maggior parte della cosiddetta “informazione”. Forse a qualcuno hanno promesso che il Califfato siriano islamico sarà libertario verso le donne e inclusivo per le minoranze.
A destare enorme preoccupazione nel mondo contemporaneo sono i dati che dimostrano il costante acuirsi dei conflitti. Il Conflict Index, stilato ogni anno dal Armed Conflict Location & Events Data (ACLED) sotto la direzione dell’Università di Sussex nel Regno Unito, ha rilevato un aumento del 12% degli scontri armati nel 2023 rispetto al 2022 e di oltre il 40% negli ultimi quattro anni. L’analisi dei dati si basa su quattro indicatori chiave: la letalità, che quantifica il numero di decessi in relazione al conflitto; il pericolo per i civili, che misura la violenza di istituzioni e gruppi armati nei confronti della popolazione; la diffusione geografica del conflitto; la frammentazione, che quantifica gli schieramenti che si combattono sul campo. In base all’intensità di questi fattori viene stilata una classifica nella quale i Paesi vengono divisi su tre gradi di gravità del conflitto: estremo, alto e turbolento.
Che a sinistra si fosse a disagio nel giudizio sul candidato “male minore” nelle presidenziali USA è comprensibile: non lo è altrettanto gioire, come avviene qua e là, per la vittoria di Trump. Ritenere che la prospettiva che si apre possa essere più favorevole è un’illusione pericolosa, perché il solco in cui si muoverà è in gran parte tracciato: la maggiore differenza sta
Ecco una possibile risposta, che credo possa essere semplice e essenziale: I cosiddetti progressisti liberal americani hanno creduto che bastasse circondarsi di star, sorrisi e glamour, che fosse sufficiente sentirsi più cool, più intelligenti, meno populisti, più giusti, a parole, dell’avversario. Senza comprendere che il paese reale è fatto di persone pervase da problemi
