A Palermo, con l’autorevole realtà della Casa dei Giovani fondata dal coraggio e dall’abnegazione di padre Salvatore Lo Bue e oggi ben guidata da Biagio Sciortino, il Comune di Bagheria, l’Università Lumsa e la Rete nazionale delle Comunità di INTERCEAR, si è fatto il punto sulle dipendenze nell’universo giovanile di oggi. La scelta del luogo è stata particolarmente emblematica: la sala della Diocesi di Palermo, alla presenza del Vescovo don Corrado Lorefice, a conferma del rilancio di un impegno che chiama in causa tutte le donne e tutti gli uomini di buona volontà.
La mia esperienza nel dramma delle Tossicodipendenze dura da anni e anni, prima con l’impegno nel sociale e nella guida del Mo.V.I, poi in Parlamento dove, con la legge 45 del 1999, che porta il mio nome, si è realizzata un’avanzata e professionalizzante Rete di servizi a lungo invidiata sul piano internazionale.
Negli anni successivi ho dovuto combattere contro un ciclo regressivo che favoriva l’assuefazione alla pervasività delle mafie del narcotraffico e contro il procedere nella società e nella politica di vecchie e sterili divisioni sull’approccio da scegliere per le politiche di contrasto e cura delle tossicodipendenze.
Adesso, mentre procediamo con affanno e incomprensioni, le mafie stanno inondando di droghe il mondo intero., rovinando irrimediabilmente la salute di milioni di essere umani e entrando diffusamente nei consumi del vasto e difficile universo giovanile.
Al tempo stesso siamo di fronte ad una nuova e drammatica realtà delle Dipendenze, tanto che ne parliamo al plurale, cioè dipendenze da sostanze e da alcool e dipendenze comportamentali, che non sono meno dannose, come quelle da internet e da social e le varie forme di autolesionismo e di isolamento sociale.
La Rete dei Servizi, abbandonata a se stessa, si è man mano sfilacciata per mancanza di personale e di risorse finanziarie, fino a perdere le sue potenzialità e possibilità di prevenzione, cura e riabilitazione.
Cosa fare? Resilienza o Resa?
La risposta migliore è da ricercare in alcune scelte progettuali ed operative, cambiando passo culturale ed educativo per interagire al meglio con i giovani, investendo sul rilancio della Rete dei Servizi, organizzando una nuova fase delle lotte alle mafie su scala locale e globale, con l’aggressione ai loro patrimoni e con modalità di sviluppo alternativo dei Paesi attualmente produttori di sostanze e trasferendo le competenze sulle Dipendenze su base europea, perché le vie nazionali al contrasto e alle cure sono ormai sterili, hanno esaurito energia e possibilità di successo.
Dobbiamo poi smetterla di dividerci, soprattutto in politica, tra i sostenitori degli approcci più repressivi e quelli più permissivi. Alla prova dei fatti, sono falliti entrambi.
È tempo di ripensare e riprogettare interventi di alta integrazione nei percorsi terapeutici, nella prevenzione e nel reinserimento familiare, sociale e lavorativo. Solo con il pensare e fare integrato si possono ottenere risultati e affrontare questa immane sfida delle Dipendenze con responsabilità e capacità.
Infine, Palermo e alla Sicilia è richiesto di fare sul serio nel dare presto risorse adeguate e funzionalità operative alla Legge approvata nel Parlamento siciliano all’unanimità contro il crack, che sta devastando migliaia di giovani. Inoltre si devono investire risorse adeguate sulla Rete dei Servizi e sul rapporto con le Università per qualificare i nuovi operatori da destinare a questo difficile ma motivante impegno.