AUTONOMIA  DISEGUALENZIATA

di Vincenzo NOTARANGELO

Prosegue, con l’approvazione in Senato, l’iter parlamentare della legge per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni italiane. Sebbene è indubbio che il regionalismo italiano funziona male ma non è detto che una maggiore autonomia sia la soluzione al problema. La gestione della pandemia da Covid-19 in Lombardia, ad esempio, ha evidenziato tutti i limiti del sistema regionale per cui c’è da aspettarsi che l’ulteriore frammentazione delle competenze statali a vantaggio delle Regioni, anziché migliorare l’efficienza dei servizi, potrebbe creare nuovi e più gravi problemi.

Sicuramente saremo il primo Paese a sperimentare un modello statale caratterizzato da una disomogenea, estesa e confusa frammentazione delle competenze nelle politiche pubbliche. Il regionalismo differenziato, inoltre, in un già precario sistema di coesione sociale andrebbe ad accentuare le diseguaglianze territoriali. Infatti la sottrazione del gettito fiscale alla redistribuzione su tutti i territori, aumentando le disuguaglianze tra Regioni forti e deboli, determinerà un crollo sociale ed economico dei territori più svantaggiati che potrebbe mettere in crisi l’intera nazione. Inascoltata rimane la lezione di fine anno 2022 del Presidente Mattarella che partendo dall’auspicio che “quel presidio insostituibile di unità del Paese rappresentato dal Servizio Sanitario Nazionale si rafforzi, ponendo sempre più al centro la persona e i suoi bisogni concreti, nel territorio in cui vive” ha sottolineato come “le differenze legate a fattori sociali, economici, organizzativi, sanitari tra i diversi territori del nostro Paese (tra Nord e Meridione, per le isole minori, per le zone interne) creano ingiustizie, feriscono il diritto all’uguaglianza” e che il rimedio è nella “Costituzione, laddove prescrive che la Repubblica deve rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che ledono i diritti delle persone, la loro piena realizzazione. Senza distinzioni”. Purtroppo l’invito del Presidente è caduto nel vuoto in un’Italia in cui, lontani dal garantire i c.d. Livelli Essenziali di Prestazioni (LEP),  occorrerebbe assicurare Livelli “Uniformi” e non “essenziali” nelle Prestazioni. In sintesi, penso che l’autonomia differenziata sarà foriera di nuove diseguaglianze!

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