REVISIONISMO E REPULSIONE ALL’EGUAGLIANZA

di Vincenzo NOTARANGELO

Era il 2 Agosto del 1980, alle 10:25, quando esplodeva una bomba nella sala d’aspetto di seconda classe della stazione di Bologna. La stagione delle stragi, iniziata nel 1969 con Piazza Fontana, raggiungeva con la bomba di Bologna il più alto numero di vittime in un attentato nel nostro Paese.

Le indagini si indirizzarono verso l’ambiente dell’eversione fascista, in particolare i NAR, ed il movente sembrò legato alla strage del treno Italicus avvenuta nella notte fra il 3 ed il 4 Agosto del 1974. Dopo vari processi si arriverà alla condanna degli esecutori materiali, dei fiancheggiatori e dei finanziatori. Fin qui la storia di quei fatti, eppure non manca chi da destra, addirittura in Parlamento, qualcuno vorrebbe attenuare le responsabilità fin qui accertate o avviare operazioni di revisionismo storico e di riscrittura di quanto stabilito dai Tribunali.

La questione, già grave, ha un ulteriore risvolto: essa mina la credibilità della giustizia e mette in discussione l’indipendenza e l’autonomia della magistratura, condizione indispensabile per una reale eguaglianza di fronte alla legge. É noto che il governo Meloni propone una visione divisiva del Paese, lo dimostrano la legge di bilancio e lo confermano le proposte su autonomia differenziata e sul reddito di cittadinanza.

L’impressione è che in ogni campo di intervento sociale il governo agisca per aumentare le disuguaglianze e le ingiustizie: dall’emergenza abitativa, provocata da alti prezzi degli immobili e ridotto patrimonio di case popolari, alla sanità privata preferita al sistema sanitario pubblico in un momento in cui una parte ampia della popolazione è senza più risorse per curarsi. L’eliminazione del reddito di cittadinanza priva le persone di un utile sostegno economico e le espone al ricatto di accettare salari sempre più bassi. Nel mentre si facilitano i contratti di lavoro a tempo determinato e l’aumento della precarietà, inoltre la riforma del fisco elimina quel poco di progressività ancora presente nel nostro sistema. Forse inutile è soffermarsi sul vergognoso decreto Cutro che rende sempre più arduo il percorso di regolarizzazione per i lavoratori migranti.

La verità è che la destra italiana non ha fatto i conti con il suo passato e, perciò, non riesce a proporre una visione moderna per l’Italia.

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