l'Eguaglianza
  • HOME
  • Manifesto
  • RUBRICHE
    • Editoriali
    • Politica
    • Sociale
    • Economia e Finanza
    • Scienza
    • Cultura
    • Ambiente
    • Glocal
    • Salute
    • Urbanistica e Territorio
    • Sport
  • REDAZIONE
  • Archivio
  • GERENZA
  • Contatti
Categoria

Politica

Politica

IL FUTURO DELL’ITALIA COLLOCATO IN UN QUADRO GLOBALE

di Gianni PRINCIPE 10 Agosto 2022
Scritto da Gianni PRINCIPE

Che cosa succede in Italia? Quanto può insegnarci a proposito dell’incerto futuro della democrazia nel mondo globalizzato?

Queste domande, che fuori dall’Italia aleggiano tra gli osservatori più attenti, all’interno non destano molta attenzione. La sola eccezione si è registrata con la reazione piccata di alcuni dei maggiori quotidiani (ripresa nei talk show) quando, a fine luglio, il NYT ha ospitato un editoriale di David Broder di “Jacobin” dal titolo “Il futuro è l’Italia. Ed è tetro”.

Continua a leggere..
10 Agosto 2022 0 Commento
0 FacebookTwitterPinterestLinkedinTumblrVKOdnoklassnikiRedditStumbleuponWhatsappTelegramLINEPocketSkypeViberEmail
Politica

PESSIMISMO? MA LA SINISTRA NON SIA RINUNCIATARIA

di Gianni PRINCIPE 6 Agosto 2022
Scritto da Gianni PRINCIPE

Premessa doverosa per non far perdere tempo a chi legge.

Se siete convinti/e che l’agenda Draghi abbia fatto bene al Paese è inutile che andiate avanti. Al più, se vi interessa comunque approfondire, senza vantare certezze assolute, posso consigliare la lettura di un libretto molto agile di recente pubblicazione, “Eclissi di costituzione” di Tomaso Montanari (ed. Chiarelettere).

Continua a leggere..
6 Agosto 2022 0 Commento
0 FacebookTwitterPinterestLinkedinTumblrVKOdnoklassnikiRedditStumbleuponWhatsappTelegramLINEPocketSkypeViberEmail
Politica

L’ITALIA  È UNA DEMOCRAZIA INCOMPIUTA

di Nicola OCCHIONERO 23 Luglio 2022
Scritto da Nicola OCCHIONERO

Una democrazia incompiuta è quella italiana, forse ancora poco matura se l’attore politico è incapace di discernere tra ciò che è giusto, opportuno o conveniente. 

Continua a leggere..
23 Luglio 2022 0 Commento
0 FacebookTwitterPinterestLinkedinTumblrVKOdnoklassnikiRedditStumbleuponWhatsappTelegramLINEPocketSkypeViberEmail
Politica

RESETTARE E RIPARTIRE PER IL RESTO DELLA LEGISLATURA

di Michele BLANCO 21 Luglio 2022
Scritto da Michele BLANCO

Nuovo incarico a una figura di alto profilo politico e istituzionale che si impegni seriamente per un’agenda sociale urgente, come in Spagna, sulla fedele attuazione del PNRR , progetti azionati dal governo, che assicurino realmente il 60% dei fondi alle Regioni più povere e del sud non in grado di partecipare ai bandi.

E si impegni con l’approvazione di una nuova legge elettorale che consenta ai cittadini di scegliere i propri rappresentanti, con la speranza che siano persone libere e capaci, non nominati e servi.

In democrazia c’è sempre un’alternativa.

21 Luglio 2022 0 Commento
0 FacebookTwitterPinterestLinkedinTumblrVKOdnoklassnikiRedditStumbleuponWhatsappTelegramLINEPocketSkypeViberEmail
Politica

UNA VERA DEMOCRAZIA NON HA POTERI TOTALIZZANTI

di Michele BLANCO 18 Luglio 2022
Scritto da Michele BLANCO

La forza, ma anche la delicatezza, del nostro meccanismo costituzionale si basa sul funzionamento dei pesi e dei contrappesi costituzionali a cui tanta attenzione posero i nostri costituenti al momento della stesura della carta costituzionale.

Oggi accade che il combinato disposto della recente riforma del numero dei parlamentari con l’attuale legge elettorale comporterebbe che il centrodestra, con il 40-45% dei voti, potrebbe fare il pieno dei 146 seggi uninominali e prendere il 40% di quelli proporzionali.

Il centrodestra italiano infatti avrà una maggioranza, che potrebbe arrivare anche ai 2/3 dei seggi in parlamento, e potrebbe fare così anche riforme costituzionali che non passino dal referendum confermativo.

Ora comunque la possiate pensare, in una qualsiasi democrazia è sempre auspicabile che a nessuno, di qualunque parte politica, sia concesso un potere così totalizzante.

18 Luglio 2022 0 Commento
0 FacebookTwitterPinterestLinkedinTumblrVKOdnoklassnikiRedditStumbleuponWhatsappTelegramLINEPocketSkypeViberEmail
Politica

NON ABBIAMO PIÙ TEMPO

di Marco MADDALENA 15 Luglio 2022
Scritto da Marco MADDALENA

Le dietrologie non servono, se Conte e il M5S escono dal governo è perché il “campo larghissimo” potrebbe tenere sui numeri ma non sulle politiche sociali, ambientali ed economiche con cui affrontare le sfide di un Paese.

È chiaro che c’è un tentativo di un nuovo governo schema “Draghi” per il dopo Draghi, magari il nome non sarà quello ma lo schema sarà lo stesso. Volersi illudere che chi sta accompagnando il governo Draghi possa fare un’inversione di rotta in vista delle elezioni è proprio e “semplicemente” un’ illusione.

Per anni c’è chi ha professato il quarto polo e adesso che , invece , potrebbero materializzarsi le condizioni di un terzo polo progressista ed ecologista – e non è detto che elettoralmente sia il terzo per consensi – , cosa vogliamo fare?

Vogliamo continuare a trovare “scorciatoie” o “testimonianze” oppure provare ad unire le forze della Sinistra, dell’Ecologismo, del Municipalismo?

Per farmi capire in modo estremamente sintetico da Unione Popolare passando per Sinistra Italiana – Verdi fino al Movimento 5 Stelle insieme alle vertenze .

Oppure, vogliamo ancora aspettare che qualcuno “cambi” o governi male al posto nostro.
Insomma, un poco come ha fatto la Francia Insieme, che tutti narriamo ma non pratichiamo…
Intanto, che noi riflettiamo, liberisti e destre ringraziano.

Non abbiamo più tempo!

15 Luglio 2022 0 Commento
0 FacebookTwitterPinterestLinkedinTumblrVKOdnoklassnikiRedditStumbleuponWhatsappTelegramLINEPocketSkypeViberEmail
Politica

LA VITTORIA DI MACRON E LA LEZIONE FRANCESE SU CUI RIFLETTERE PER RIPENSARE IL CAMMINO EUROPEO VERSO GLI STATI UNITI D’EUROPA

di Giuseppe LUMIA 27 Aprile 2022
Scritto da Giuseppe LUMIA

In Francia Macron è stato confermato Presidente e il Front national della Le Pen è stato ancora una volta sconfitto. 

Il contesto in cui si è svolta questa competizione non è stato naturalmente dei più agevoli: alla pesante crisi sociale ed economica interna che continua a soffiare forte si sono aggiunte la controversa gestione della pandemia e l’attuale e drammatica guerra in Ucraina. 

La Francia ha scelto. Adesso ci sono diversi spunti di fondo su cui possiamo riflettere insieme, al di là delle dinamiche interne alla società francese. 

Chiamiamole le “Tre Lezioni” per il cammino dell’Europa.

LA PRIMA È LA “LEZIONE MACRON”. Riguarda il suo successo e quindi la sua riconferma. Macron ha avuto il coraggio di rompere con la tradizionale riserva delle leadership francesi verso l’Europa. La Grandeur Francese finalmente lascia il passo a un futuro della Francia proiettato verso un percorso più decisamente europeista anche sul piano militare ed economico oltre che sociale e culturale. Ma attenzione, Macron propone più di ogni altro leader europeo una svolta rispetto all’attuale ingessata e spenta Unione Europea, per riformarla in senso più avanzato possibile, cioè in senso Federale. È in questo momento il leader più netto e disponibile a ripensare e riprogettare l’Europa in direzione degli Stati Uniti d’Europa e della sua funzione di promozione dello sviluppo sostenibile ambientalmente e socialmente. Non sarebbe male, nel futuro assetto Federale, inserire il semipresidenzialismo, per l’elezione diretta del Presidente europeo. 

LA SECONDA È LA “LEZIONE LE PEN”. Il suo risultato elettorale, ancora una volta ragguardevole, rimane soprattutto figlio della crisi profonda in cui versa da anni il ceto medio-basso. Il suo impoverimento e le diffuse disuguaglianze sono sempre l’humus per alimentare il populismo e il sovranismo soprattutto di destra. È così un po’ in tutto l’Occidente. L’Europa deve comprendere che il suo futuro è negli Stati Uniti d’Europa, perché solo in tale dimensione potrà rivitalizzare le forme della rappresentanza democratica e metterla nella condizione di dare uno sbocco democratico alla gravissima crisi di uguaglianza e di benessere del ceto medio-basso. 

LA TERZA È LA “LEZIONE MÉLENCHON”. Il suo buon risultato elettorale, al primo turno, ha a che fare con la crisi della sinistra tradizionale, sia riformista che radicale. Il modello neoliberista non è capace di affrontare le sfide tremende dell’attuale globalizzazione: cambiamento climatico, disuguaglianze diffuse, guerre in espansione come quella dell’Ucraina e di ben altri 70 Paesi… Neanche ricorrendo alle vecchie soluzioni si potrà recuperare un forte ruolo di governo per i progressisti. La sinistra europea deve allora ripensarsi per essere all’altezza del compito di promuovere una nuova governance dello sviluppo sostenibile. Il banco di prova è ancora una volta la sua capacità di misurarsi con un’Europa che diventi presto Stati Uniti d’Europa, in grado così di incidere nel contesto globale, promuovere la pace e cambiare il modello di sviluppo.

27 Aprile 2022 0 Commento
0 FacebookTwitterPinterestLinkedinTumblrVKOdnoklassnikiRedditStumbleuponWhatsappTelegramLINEPocketSkypeViberEmail
Politica

SIAMO REALISTI, LOTTIAMO PER LA PACE

di Gianni PRINCIPE 15 Aprile 2022
Scritto da Gianni PRINCIPE

Riflessioni attorno alla tesi dell’inevitabilità della guerra in Ucraina

[Nei giorni in cui i credenti festeggiano la Resurrezione e gli antifascisti la Liberazione]

Il prezzo che Gran Bretagna e Francia, alla fine della Prima Guerra Mondiale, hanno imposto con il trattato di Versailles agli sconfitti, soprattutto alla Germania, è stato ritenuto in sede di ricostruzione storica un errore, che ha avuto il suo peso nel determinare la crisi sociale e politica della Repubblica di Weimar. Crisi su cui si è innestata la presa del potere da parte dei nazionalsocialisti.

Di questa valutazione nessuno si è mai sognato di pensare che potesse essere un modo per attenuare, o addirittura giustificare, gli orrori del nazismo. È stata piuttosto di insegnamento, alla caduta del nazifascismo, nel momento in cui si chiudevano i conti con le nazioni che si erano rese responsabili degli orrori che sappiamo. La storia precedente era stata maestra.

La Germania è stata divisa e ha subito una limitazione di sovranità, un prezzo che in altra forma e con diversi sviluppi è stato pagato anche dall’Italia e dal Giappone: tuttavia non possono esservi dubbi sul fatto che il trattamento non è paragonabile a quello riservato alla stessa Germania, all’Austria e all’Ungheria nel 1918. La nascita dell’ONU e il varo della Dichiarazione Universale stavano a segnare un’idea di assetto mondiale ben diversa rispetto al precedente dopoguerra.

Oggi molti studiosi, della storia contemporanea e delle dinamiche geopolitiche, convergono su un giudizio critico attorno al modo in cui, alla conclusione della guerra fredda, è stato impostato il rapporto con gli stati dell’ex Unione Sovietica e in particolare con la Russia. Al centro delle analisi critiche vi sono le scelte delle amministrazioni che si sono susseguite alla guida degli USA quanto all’aspirazione a svolgere un ruolo egemonico, come potenza economica e militare, in un mondo che ritenevano tendesse a un assetto unipolare. Il rapporto con la Russia ha occupato in questa visione un posto centrale, non tanto per la sua dimensione economica quanto per il fatto di essere l’unica potenza che disponeva di un arsenale nucleare paragonabile a quello USA.

A differenza del precedente che ho richiamato all’inizio, queste valutazioni non sono state accolte come un monito, non hanno inciso sulle scelte. E ora che ci si trova difronte alla tragedia ucraina e agli orrori che stanno costellando l’invasione da parte della Russia di uno stato sovrano confinante, chi osa richiamarle è accusato di condiscendenza, se non di complicità, verso quegli atti criminali. Il fatto che la guerra sia stata decisa e mossa da Putin significa che era sua intenzione farla. Il fatto che la guerra sia in corso significa che l’unica prospettiva perché non si concluda con una resa di chi subisce l’invasione è che l’invasore sia sconfitto. Se le cose stanno in questo spazio angusto, in cui la libertà di scelta tra alternative è esclusa, a che pro riandare alla storia di trenta e più anni fa? Si fa solo il gioco del macellaio criminale.

Un’ampia parte del mondo, pur non appoggiando l’invasione, non accetta questo assunto. Che, nel cosiddetto mondo occidentale, è condiviso da tutti i governi, uniti nell’agire in base ad automatismi derivati dal postulato privo di alternative che ho sintetizzato: più sanzioni per fiaccare l’aggressore, più armi per aumentare la capacità di reazione dell’aggredito, pronti a una escalation se l’aggressore alza il livello dell’offensiva. Come andrà a finire? Non si sa, ma non si può fare altro.

Anche nel mondo occidentale però i popoli, gli uomini e le donne che assistono a questi eventi – e ne subiscono le conseguenze – non sono molto convinti del postulato: un’ampia area reagisce chiedendo che si cambi strada e si lavori per la pace. Ma come?

Se la persona che in questo momento occupa il vertice della maggiore potenza mondiale (o quanto meno di quella che ambisce o presume di esserlo), Joe Biden, l’”anziano del villaggio” globale, avvertisse la responsabilità di rappresentare non solo i suoi (potenziali) elettori ma il futuro dei suoi simili, dovrebbe passare il suo tempo ad arrovellarsi sulla risposta a questa domanda.

Forse è troppo pretendere che abbia le qualità, oggi rare a vedersi, di visione lungimirante di un altro “anziano del villaggio” come Bergoglio, che stigmatizza la guerra in corso come una pazzia, non avendo né divisioni corazzate da convertire al peacekeeping né testate nucleari da smantellare. Ci si dovrebbe però aspettare da lui e dalla sua schiera di consiglieri almeno l’ambizione di dimostrarsi davvero leader a livello globale e non guardiani e tutori, passivi, di interessi distruttivi.

Tra l’altro, se drizzasse le orecchie per cogliere le voci, forse troppo poco stentoree, del coro, forse ancora troppo sguarnito, di chi persegue la pace come obiettivo che davvero non ha alternative, troverebbe qualche idea di soluzione di una certa corposità. Dovrebbe però alzare lo sguardo verso un orizzonte più lontano e più alto. O, magari, ripercorrere l’elenco delle motivazioni in base a cui è stato assegnato qualche recente premio Nobel per la pace.

Provate a immaginare un Presidente USA che una mattina parlasse alla sua nazione e al mondo dicendosi disposto ad aprire una trattativa, nel momento in cui Putin arrestasse le sue armate, non solo per assicurare uno status internazionalmente garantito alla neutralità e all’integrità territoriale dell’Ucraina e all’autodeterminazione del suo popolo, ma per lavorare a una revisione profonda dello statuto dell’ONU in direzione di un suo potere di interdizione e di sanzione effettivo e – udite, udite – allo smantellamento contestuale, sotto il controllo dell’ONU, di tutti gli arsenali nucleari. Una prospettiva che – va da sé – renderebbe qualunque alleanza militare superflua, anzi alternativa e incompatibile con il ruolo dell’ONU. Che lo facesse spontaneamente, per primo, senza aspettare mosse altrui, sfidando tutti gli attori globali, a partire da Putin, a dare una risposta impegnativa.

Non so se sbaglio, ma ho l’impressione che un coro di commenti, di gente che conta, di seguaci del postulato senza alternative, bollerebbe questa idea come pura utopia, illusione infantile. Eppure, a ben vedere, poiché si tratta di immaginare un gesto autonomo, non soggetto ad alcuna condizione esterna, che porrebbe ogni altro interlocutore nella condizione di dover accettare la sfida o, altrimenti, andare contro il sentire delle grandi masse, considerarla pura utopia ha un significato che il bimbo della favola del re nudo coglierebbe con chiarezza. Siamo nelle mani di re, a partire da quello della nazione più potente, che non hanno uno straccio di idea su come garantire un futuro accettabile per l’umanità di cui si ergono a guida. Per questo non sono portatori neanche di una qualche idea per porre fine all’attuale massacro di un popolo fermando chi ne è responsabile, se non una sua continuazione, e probabile estensione, fino alla vittoria di uno dei contendenti senza alcuna possibilità di prevederne la durata e le conseguenze.

Eppure, ai ciechi si dà la patente di realisti e a chi vede lontano di visionari.

15 Aprile 2022 0 Commento
0 FacebookTwitterPinterestLinkedinTumblrVKOdnoklassnikiRedditStumbleuponWhatsappTelegramLINEPocketSkypeViberEmail
PARLAMENTO
Politica

Parlamento al centro: se non ora, quando?

di Michele BARONE 10 Marzo 2022
Scritto da Michele BARONE

Il sistema di governance per l’attuazione e il monitoraggio delle “missioni” e delle “componenti” previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, disegnato dal d.l. n. 77 del 2021, è assai articolato e complesso. In questa sede, si richiameranno soltanto gli aspetti che appaiono confermare una tendenza che ormai da decenni affligge le democrazie, in particolare quella italiana: la marginalizzazione della politica, e segnatamente delle Assemblee parlamentari, nell’ambito del processo decisionale.

Continua a leggere..
10 Marzo 2022 0 Commento
0 FacebookTwitterPinterestLinkedinTumblrVKOdnoklassnikiRedditStumbleuponWhatsappTelegramLINEPocketSkypeViberEmail
Politica

A OTTANT’ANNI DA VENTOTENE È TEMPO D’AGIRE PER GLI “STATI UNITI D’EUROPA”

di Giuseppe LUMIA 30 Agosto 2021
Scritto da Giuseppe LUMIA

Sono trascorsi ben ottant’anni da quando, dall’isola perduta di Ventotene, dove erano confinati e reclusi, Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, con Eugenio Colorni e altri antifascisti, tra cui Ursula Hirschmann e Ada Rossi, si interrogavano su come uscire dalla terribile crisi della seconda guerra mondiale e progettavano il futuro.

La soluzione che proposero fu lanciata con un manifesto “Per un’Europa libera e unita”. È da leggere, è ancora una sorgente straordinaria, limpida e capace di dissetare il grande bisogno di vera unità che sentono soprattutto le nuove generazioni.

Ma attenzione, non si disegnava l’Europa come è quella di oggi: un’Europa che possiamo definire una sorta di Babele, debole e sconclusionata. Eh sì, lo abbiamo toccato con mano di fronte al dramma della pandemia da Covid-19: è una Babele perché ha diversi e squilibrati sistemi fiscali, inconciliabili livelli retributivi, divergenze sui diritti fondamentali, sulle strategie innovative, sulla lotta alle mafie e al terrorismo, sulla politica del Mediterraneo e sui teatri di conflitto, come abbiamo drammaticamente visto diverse volte, per esempio in Libia e da ultimo in Afghanistan, da cui ci giungono quotidianamente immagini strazianti.

Perché l’Europa non è quella prefigurata dal manifesto di Ventotene? Perché abbiamo imboccato una strada senza via d’uscita, la strada dell’assetto “Confederale”, dove la fanno da padrone i singoli Governi nazionali e dove svolgono un ruolo ancora marginale il Parlamento e il Governo europei.

A Ventotene si pensava invece al futuro di un’Europa “Federale”, si delineava un altro assetto, quello degli Stati Uniti d’Europa.

Oggi, dopo ottant’anni possiamo dire che quel manifesto non è più solo una stupenda utopia ma è anche una stringente necessità.

Se guardiamo alle varie agende che l’umanità dovrà affrontare non nei prossimi ottant’anni bensì nei prossimi dieci anni, capiamo subito che l’Europa attuale arranca e non è in grado di governarle.

Basti pensare all’Agenda sulla green economy, per combattere il cambiamento climatico; all’Agenda sociale, per combattere le disuguaglianze di ogni tipo; all’Agenda della lotta alle mafie e ai terrorismi.

Se guardiamo anche alla geopolitica globale, ci accorgiamo che l’attuale Europa incide poco o niente sugli attuali assetti di potere, dove gli Stati Uniti, la Russia e la Cina si contendono il dominio economico senza risolvere nessuno dei conflitti aperti. La stessa Alleanza Atlantica richiede un’altra Europa, in grado di svolgere un’azione incisiva di cooperazione e di pace.

Fare memoria di Ventotene è allora l’occasione per rompere gli ormeggi e indirizzare finalmente la navigazione verso gli Stati Uniti d’Europa.

30 Agosto 2021 0 Commento
0 FacebookTwitterPinterestLinkedinTumblrVKOdnoklassnikiRedditStumbleuponWhatsappTelegramLINEPocketSkypeViberEmail
  • 1
  • …
  • 15
  • 16
  • 17
  • 18
  • 19
  • 20

Articoli recenti

  • NESSUNO ESCLUSO
  • IMPRENDITORI O PADRONI?
  • REFERENDUM 8-9 GIUGNO, DALLE PAROLE AI FATTI: VOTIAMO SÌ PER ROMPERE L’INGRANAGGIO
  • REFERENDUM 2025: IL QUARTO QUESITO E LA RESPONSABILITÀ DEL COMMITTENTE NEGLI APPALTI 
  • PIÙ LAVORO STABILE, MENO PRECARIETÀ: UN SÌ CONTRO L’ABUSO DEI CONTRATTI A TERMINE

Commenti recenti

  • Sergio Buschi su MATTARELLA FIRMA LA LEGGE LIBERTICIDA
  • Enrico Lentini su GUERRA, VIOLAZIONE DEI DIRITTI UMANI E PROPAGANDA
  • paolo su NASCE UN’IDEA NUOVA, NASCE “L’EGUAGLIANZA”
  • Concetta Occhionero su LA VIOLENZA, LA DESTRA ED I GIOVANI
  • Antono Murena su IL MOLISE AL VOTO IN PRIMAVERA

Social Networks

Facebook Twitter Instagram

Ultimi Post

  • NASCE UN’IDEA NUOVA, NASCE “L’EGUAGLIANZA”

    28 Luglio 2021
  • NESSUNO ESCLUSO

    16 Maggio 2025
  • IMPRENDITORI O PADRONI?

    15 Maggio 2025
  • REFERENDUM 8-9 GIUGNO, DALLE PAROLE AI FATTI: VOTIAMO SÌ PER ROMPERE L’INGRANAGGIO

    15 Maggio 2025
  • REFERENDUM 2025: IL QUARTO QUESITO E LA RESPONSABILITÀ DEL COMMITTENTE NEGLI APPALTI 

    14 Maggio 2025
  • PIÙ LAVORO STABILE, MENO PRECARIETÀ: UN SÌ CONTRO L’ABUSO DEI CONTRATTI A TERMINE

    14 Maggio 2025

Newsletter

Categorie

  • Ambiente (22)
  • Comunicati stampa (1)
  • Cultura (27)
  • Economia e Finanza (11)
  • Editoriali (38)
  • Politica (191)
  • Salute (6)
  • Senza categoria (2)
  • Sociale (79)

Articolo 3

"Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese"

Costituzione della Repubblica Italiana


Thomas Piketty

"Ogni società umana deve giustificare le sue diseguaglianze"

Capitale e Ideologia

Politica

  • IMPRENDITORI O PADRONI?

    15 Maggio 2025
  • REFERENDUM 2025: IL QUARTO QUESITO E LA RESPONSABILITÀ DEL COMMITTENTE NEGLI APPALTI 

    14 Maggio 2025
  • PIÙ LAVORO STABILE, MENO PRECARIETÀ: UN SÌ CONTRO L’ABUSO DEI CONTRATTI A TERMINE

    14 Maggio 2025
  • LE RAGIONI DEL VOTO 

    13 Maggio 2025

Sociale

  • NESSUNO ESCLUSO

    16 Maggio 2025
  • LE DIPENDENZE SONO UNA SFIDA DRAMMATICA E COMPLESSA. NON ESISTONO SCORCIATOIE MESSIANICHE, BISOGNA RICORRERE AD UN PROGETTUALE APPROCCIO INTEGRATO

    7 Maggio 2025
  • SENTENZA DELLA CORTE SUPREMA BRITANNICA: “LA DEFINIZIONE LEGALE DI DONNA È RIFERITA AL SESSO BIOLOGICO” 

    30 Aprile 2025

Social Networks

Facebook Twitter Instagram
  • Facebook
  • Twitter
  • Instagram

@2021 - All Right Reserved. Designed and Developed by Planetcall Direct
Privacy Policy & Cookie Policy

l'Eguaglianza
  • HOME
  • Manifesto
  • RUBRICHE
    • Editoriali
    • Politica
    • Sociale
    • Economia e Finanza
    • Scienza
    • Cultura
    • Ambiente
    • Glocal
    • Salute
    • Urbanistica e Territorio
    • Sport
  • REDAZIONE
  • Archivio
  • GERENZA
  • Contatti
Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web per offrirti l'esperienza più pertinente ricordando le tue preferenze e le visite ripetute. Cliccando su "Accetta" acconsenti all'uso di TUTTI i cookie.
Rifiuta.
Cookie SettingsAccept
Manage consent

Privacy Overview

This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
Necessary
Sempre abilitato
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. These cookies ensure basic functionalities and security features of the website, anonymously.
Functional
Functional cookies help to perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collect feedbacks, and other third-party features.
Performance
Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.
Analytics
Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.
Advertisement
Advertisement cookies are used to provide visitors with relevant ads and marketing campaigns. These cookies track visitors across websites and collect information to provide customized ads.
Others
Other uncategorized cookies are those that are being analyzed and have not been classified into a category as yet.
ACCETTA E SALVA