LA CARENZA DI MEDICI E INFERMIERI ASReM

di Pino D'ERMINIO

Nelle strutture dell’ASReM è conclamata da anni la carenza di personale medico ed infermieristico. Ci sono reparti che funzionano a singhiozzo, altri in affanno, altri ancora aperti solo grazie a sentenze del TAR Molise. È evidente che, senza un adeguato numero di medici e di infermieri, l’assistenza ospedaliera e quella ambulatoriale specialistica, erogate direttamente dal pubblico, non possono che deperire ulteriormente.

Alle risorse umane carenti si aggiunge una radicata cattiva gestione, che trova la sua manifestazione più eclatante nella tendenziale sparizione dei primari (direttori di unità operative). Affidare la direzione di gran parte dei reparti a facenti funzione, nominati dalla direzione sanitaria e revocabili ad nutum, e non a primari vincitori di concorso, indebolisce gravemente le unità operative. Il primario ha più potere in termini gerarchici ed organizzativi, sia verso i collaboratori che verso i superiori; inoltre egli è responsabile della crescita professionale dei suoi collaboratori. Il primario è il principale richiamo anche per gli utenti. Le carenze gestionali e di organico hanno generato un circolo vizioso che si autoalimenta e rende sempre più difficile reclutare nuove risorse; infatti, ai concorsi indetti dall’ASReM, quando non vanno deserti, rispondono pochi candidati e per lo più specializzandi. Si verificano anche rinunce di vincitori di concorso, mentre altri professionisti in organico si trasferiscono altrove.

Il 20 settembre u.s. il direttore generale dell’ASReM, dottor Oreste Florenzano (insediatosi il 1° marzo 2020), ha dichiarato ad un quotidiano locale on line che dal febbraio 2020 agli inizi di settembre 2022 ci sono state 229 assunzioni a tempo indeterminato e 494 a tempo determinato, che «hanno consentito di rimpinguare gli organici e di fronteggiare i pensionamenti e le cessazioni di rapporti che si sono avuti nel corso del tempo». I numeri snocciolati da Florenzano sono piuttosto generici: non ci dicono quante di queste assunzioni riguardano medici ed infermieri, che nel 2020 costituivano il 68% del personale ASReM; quante riguardano stabilizzazioni di personale già in carico con rapporti precari; quante rappresentano rinnovi di contratti a tempo determinato. I dati netti 2020, fonte Ministero della salute, indicano 25 medici in meno e 56 infermieri in più rispetto al 2019. Per il 2021 avremmo dovuto ricavare il dato numerico dalla nota integrativa al bilancio 2021, che però pubblica una tabella del personale vuota (cosa accaduta già per i bilanci 2019 e 2020, tutti firmati da Florenzano). Per supplire a tale mancanza si può osservare la spesa da conto economico 2021 per medici ed infermieri, che è diminuita dello 0,4% per i medici ed è aumentata dello 0,5% per gli infermieri; se ne deduce che c’è stato ancora qualche medico in meno e qualche infermiere in più. Per i primi otto mesi del 2022 non abbiamo alcun riferimento. Nel complesso, da quando Florenzano è direttore generale dell’ASReM la consistenza numerica dei medici appare calante, mentre sembra aumentata quella degli infermieri.

Che andamento temporale ha avuto il taglio dei medici e degli infermieri dell’ASReM, a partire dall’avvio del piano di rientro dal disavanzo del servizio sanitario regionale (27 marzo 2007) e dal primo commissariamento (24 luglio 2009)? Come riferimento iniziale prendiamo i numeri del 2006: 724 medici e 1.621 infermieri. Nei primi due anni del piano la situazione del personale sanitario è rimasta sostanzialmente invariata. È dal 2009 che ha inizio la “discesa agli inferi”, che ha raggiunto il punto più basso per i medici nel 2017, con 440 unità, e per gli infermieri nel 2018, con 1.191 unità. Agli anni di minimo sono seguiti, per i medici, due anni di risalita ed uno di flessione, che nel 2020 ha portato il loro numero a 477 unità; per gli infermieri, due anni di risalita fino a quota 1.402 unità nel 2020. Rispetto alla consistenza numerica del 2006, nel 2020 si è registrata una riduzione del numero dei medici del 34,1% e degli infermieri del 13,5%. Se osserviamo la situazione media nazionale, si vede che nel periodo 2006-2020 il personale medico ed infermieristico pubblico non ha subito cambiamenti numerici sostanziali; infatti, tra il 2006 ed il 2020 nella media nazionale il numero dei medici è diminuito del 2,6% e quello degli infermieri dello 0,3%. Questi andamenti sono visualizzati nel grafico che segue, che riporta gli indici di variazione della numerosità di medici ed infermieri pubblici tra il 2006 ed il 2020.

Indici numerosità medici ed infermieri pubblici Molise ed Italia 2006-2020 (base 100 anno 2006)

Al piede del grafico c’è l’indicazione dei presidenti di regione e dei commissari ad acta succedutisi dal 2007 al 2020. I tagli di medici ed infermieri sono avvenuti durante le presidenze Iorio e Frattura; durante la presidenza Toma si sono verificati dei rimbalzi positivi per gli infermieri e più modesti per i medici. Iorio negli ultimi tempi è stato prodigo di critiche verso Toma, pur condividendo lo stesso schieramento, ma – dati alla mano – non sembra la persona più indicata a dare consigli sulla gestione della sanità molisana.

Se la carenza di medici ha avuto il suo minimo nel 2017 ed un successivo modesto recupero, come mai le sue conseguenze sono diventate più evidenti e drammatiche specialmente negli ultimi anni? La carenza grave di medici si è manifestata già dal 2011, anno in cui c’è stato il calo più massiccio, con il taglio di ben 84 medici, ma le équipe che si erano formate nei reparti hanno mantenuto un buon affiatamento ed erano ancora in organico molti tra i professionisti più esperti. Il perdurare della politica dei tagli non solo ha generato ulteriore carenza numerica di medici, ma via via ha anche disgregato le équipe e perso le professionalità di maggiore profilo, che non hanno avuto tempo e modo di fare crescere un adeguato numero di colleghi giovani. La pandemia da covid-19 – esplosa nel 2020 in gran parte d’Italia e nel 2021 nel Molise – ha evidenziato le carenze dei sistemi sanitari regionali, anche di quelli migliori, risultando dirompente in Molise, che già “vantava” e continua a “vantare” il peggiore servizio sanitario regionale.

La via d’uscita da questa situazione è la realizzazione di una campagna straordinaria di reclutamento di almeno 150 medici e di altrettanti infermieri, finanziata da un fondo speciale statale per il risanamento del servizio sanitario del Molise. La campagna non può essere solo quantitativa, ma anche qualitativa, associata all’indizione dei concorsi da primario per i numerosi reparti affidati a facenti funzione. In caso contrario diventerà molto difficile reclutare le professionalità quantitativamente e qualitativamente necessarie.

Autore

  • Pino D'ERMINIO

    Giuseppe (detto Pino) D’Erminio è nato a Termoli il 26 aprile 1950. È laureato in Economia e commercio. Fino al 2016 ha lavorato nel settore assicurativo, area marketing, presso direzioni di compagnie e come consulente. Ha aderito al Manifesto ed al Pdup, quando furono costituiti. Successivamente è stato delegato sindacale per alcuni anni nel Consiglio d’azienda dell’impresa dove lavorava. Negli ultimi anni ha collaborato e collabora tuttora con associazioni e gruppi civici.

    Pino D'ERMINIO pino.derminio@gmail.com

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