Ronald Reagan, nel suo discorso di insediamento alla Casa Bianca, disse: “Nella crisi presente, il Governo non è la soluzione al nostro problema; il Governo è il problema”.
E questa frase torna alla mente ogni volta che si parla di sanità molisana.
Dopo sedici anni di commissariamento e 130 milioni di debito sanitario, mentre le criticità continuano ad aumentare, una domanda sorge spontanea: sono tutti incompetenti o, più semplicemente, i problemi non si vogliono risolvere perché non si devono risolvere?
Mentre i cittadini cercano un conoscente “con qualche aggancio politico” per ottenere una visita urgente, arriva un’altra notizia inquietante: il rischio concreto di perdere i fondi del PNRR destinati alla sanità regionale.
Il PNRR, infatti, ha stanziato 15,63 miliardi di euro per la Missione 6 “Salute”, di cui 7 miliardi dedicati alla sanità territoriale.
Un progetto ambizioso e necessario, ma sottoposto a una regola ferrea: se i fondi non vengono spesi in tempo, evaporano.
La piattaforma Regis (il sistema del Ministero dell’Economia che monitora la spesa del PNRR) parla chiaro: per gli Ospedali di Comunità del Molise, i pagamenti effettuati si fermano a un misero 1,7%, mentre il 98,3%dei fondi resta bloccato.
Stessa sorte per le Case di Comunità: pagamenti fermi all’1,6%.
Non è mancata la risposta dell’assessore, che ha precisato che i dati sono “vecchi”: ora non saremmo più all’1,6%, ma addirittura al 14%. Tutto bene, insomma. Temo che, a volte, la toppa sia peggio del buco.
Ognuno ha la sua lettura della verità; i numeri diventano opinioni di partito.
Ma la realtà è che le liste d’attesa restano interminabili, i reparti e gli ospedali pubblici chiudono, mentre il privato convenzionato cresce e si consolida, occupando gli spazi lasciati vuoti da un sistema pubblico in collasso.
In Molise è nata una nuova malattia amministrativa: il commissarismo.
Perché quel “-ismo” è la sigla di ogni potere che schiaccia la libertà e incarna il Grande Leviatano di Hobbes, sempre più bulimico di diritti e sempre meno capace di garantire i bisogni essenziali.
E così, tra fondi che non si spendono, ospedali che non si costruiscono e un commissariamento che sembra eterno, resta un dubbio sospeso ma sempre più pesante: e se, alla fine, questo commissariamento e questo collasso del pubblico facessero comodo a qualcuno?
Ecco, in fondo, l’attualità bruciante del pensiero di Ronald Reagan.
